Trinità – Amici della Parola

Pubblicato giorno 28 maggio 2021 - Senza categoria

Dt 4,32-34.39-40  – Rm 8,14-17   –      Mt 28,16-20

“Sappi dunque oggi e medita bene nel tuo cuore che il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra: non ve n’è altro.”

La Trinità, certo, è un mistero. Ma un mistero non è una porta chiusa contro la quale si va a sbattere. Né una zona di buio completo, in cui non si riesce ad intravedere proprio nulla. E nemmeno

una realtà assurda, che appare possibile solo a coloro che si abbandonano ciecamente alla fede.

Un mistero è piuttosto come un iceberg: quello che emerge dall’acqua è solo una piccola parte, il resto non può essere visto a occhio nudo. Così è del mistero della Trinità: una realtà troppo bella, troppo grande, troppo profonda da poter essere compiutamente abbracciata dalla mente e dal cuore dell’uomo. Il che non vuol dire, tuttavia, che di questa realtà non si riesca a percepire nulla!

Al contrario! Gesù è venuto proprio a rivelare il Padre, a manifestare il suo amore e la sua misericordia. Quante volte nella sua vita, davanti a parole e gesti che venivano rifiutati, talora

con rabbia, Gesù ha rivendicato il modo di fare del Padre, ha presentato il progetto del Padre. L’unica preghiera che ha lasciato a noi, suoi discepoli, non è proprio una preghiera rivolta al Padre? E non è proprio lui, Gesù, che ci invita così a chiamare Dio non con il suo nome ebraico, quello che era stato rivelato a Mosè, Yahvé, ma con un nome del tutto traducibile in ogni lingua?

Ed è sempre Gesù che ci rivela lo Spirito, lui che lo dona alla Chiesa nascente come un soffio di vita, che la anima dall’interno e la sostiene nella sua missione. Lui che ci fa riconoscere nello Spirito colui che ci guida alla verità tutt’intera, colui che ci consola e difende, colui che ci sostiene nella prova. In lui, Gesù, noi non riconosciamo solo i tratti di un uomo buono, di un maestro eccezionale, di un profeta coraggioso: Gesù di Nazaret per noi è il Figlio di Dio, Dio come il Padre.

Il mistero della Trinità, dunque, non è affatto un mistero del tutto oscuro, altrimenti tutta la storia della salvezza sarebbe stata vana, inutile. Al contrario, Dio, che è Padre, Figlio e Spirito Santo, è venuto incontro agli uomini proprio per rivelare se stesso e per cercare di instaurare con loro una relazione duratura di amore, un’alleanza eterna.

Infine, questo mistero è un mistero da vivere. Fa parte della nostra esistenza di credenti. Perché la vita di Dio scorre nelle nostre vene. Perché noi siamo un’immagine della bellezza di Dio. Perché noi entriamo in comunione con lui. E Dio è Trinità. Non solitudine inaccessibile. Non giustizia terribile. Non perfezione sdegnosa della nostra fragilità. Ma relazione d’amore che si comunica, che si dona, che offre salvezza.                                    (Roberto Laurita – SdP 527 Queriniana)

San Nicolao della Flüe contemplava il Mistero di Dio nel simbolo della ruota a sei raggi, che raffigurava la vita interna della Trinità e l’attività esterna nella creazione

Pregava così: O mio Signore e mio Dio, allontana da me tutto ciò che mi allontana da Te. O mio Signore e mio Dio, elargiscimi tutto ciò che mi porta più vicino a Te. O mio Signore e mio Dio, liberami da me stesso e concedimi di possedere soltanto Te”.