Epidemia Covid19, tempo della distrazione? Che cosa è importante dentro la vita? La Parola diventa vita pregata!

Pubblicato giorno 7 novembre 2020 - Senza categoria

32 ordinaria Amici della Parola

Sap 6,12-16   Sal 62   1Ts 4,13-18  ….leggi la parabola Mt 25,1-13: Ecco lo sposo! Andategli incontro!

Epidemia Covid19, tempo della distrazione? Che cosa è importante dentro la vita?

La Parola diventa vita pregata!

“Signore della Vita! La vera saggezza emerge nei momenti decisivi, ma è legata a piccole pratiche quotidiane di vigilanza e di discernimento. Se stiamo all’apparenza, Gesù, la vita di molte persone sembra del tutto simile. In fondo mangiano e lavorano, si sposano e hanno dei figli, si riposano e hanno tempi di distensione. Che cosa c’è di diverso in questa o quella persona?

Proprio come quelle dieci vergini che si sono lavate, profumate, vestite per partecipare a quella festa di nozze… e si sono anche tutte addormentate, attendendo l’arrivo dello sposo. Quando questo è giunto, però, è venuta fuori la differenza, quell’ampolla di olio a cui non si era fatto tanto caso, ma prezioso, decisivo, per far funzionare le lampade…

Vegliare, in fondo, significa non farsi cogliere impreparati, avere a disposizione sempre quella benedetta riserva che non lascia al buio. Signore, non permettere che la mia fede venga meno per incuria, per stoltezza, per sbadataggine. Donami di aver sempre cura della relazione di amore che mi unisce a te. “                         

(Roberto Laurita)

Come vorremmo tutti che la vita fosse sempre una festa di nozze! Quell’ampolla con dentro l’olio per rischiarare il senso della vita dovrebbe essere sempre piena di festa, di felicità…ma non è così. Ciò che conta è riconoscere che non possiamo avere tutta la felicità, non possiamo darcela. Da un Altro viene! Un Altro la fa divenire festa come di nozze! Da un Altro viene il richiamo del “non perdere tempo! Stai attento e pronto all’incontro con l’Altro!

Basta un attimo e tutto può andare a monte…come si dice. A cosa sono valsi tanti preparativi, tanto tempo dedicato ai vestiti, alle collane, alle mode, ai viaggi, ad una Economia che ci ha fatto godere tanto a scapito di immense ingiustizie imposte sugli altri, a ridurre le persone a “scarto” se poi si è perso l’appuntamento fondamentale con il Mistero di un Dio, amante delle sue creature?

È il messaggio che Gesù ci consegna in questa parabola. C’è un’incognita che pesa sulla nostra vita. C’è un appuntamento che è determinante. Perderlo significa perdere tutto. Farsi trovare impreparati significa esporsi al rischio di restarne fuori per sempre, ma la salvezza di Dio è troppo importante per correre il pericolo di perderla. L’andare verso lo sposo è in realtà un incontro, perché egli per primo viene verso di noi. Nell’esperienza della celebrazione eucaristica, Gesù, lo sposo, viene incontro a noi nella sua Parola donata, nel pane spezzato, nel segno della comunità. Il libro della Sapienza poi rassicura: chi si alza di buon mattino per cercarla non si affaticherà, la troverà seduta alla sua porta. Non dobbiamo andare chissà dove per trovarlo: lo abbiamo sulla porta di casa, nei fratelli che egli mette sul nostro cammino, quelli a cui egli vuole così bene da identificarsi in loro. La vigilanza, come ci ricorda sant’Agostino, è fare veglia con le lampade accese non tanto contro il sonno del corpo, ma «contro quel sonno del cuore che è come la notte del secolo presente», noi stessi dunque dobbiamo essere lampade accese. 

Don Gianfranco