28 ordinaria C – Amici della Parola 2Re 5,14-17 / vangelo Lc 17, 11-19

Pubblicato giorno 6 ottobre 2022 - Senza categoria

 

Signore, sii giusto! Abbi pietà di noi! Chiunque prega, rivolgendosi alla divinità, invoca e implora la liberazione dal male. La recente esperienza della pandemia da Covid-19 ha visto uomini e donne chiedere accortamente la possibilità di essere liberati dal virus. Come Naaman, generale siriano lebbroso (1° lettura) e i dieci lebbrosi (vangelo odierno) si sono rivolti rispettivamente al profeta Eliseo e Gesù, chiedendo che si vedesse in loro la giustizia di Dio, segno misericordioso dell’amore divino per ognuno. Così noi reimpariamo a chiedere con umiltà il dono della guarigione, semplicemente RINGRAZIANDO.

Andiamo incontro a Gesù con le nostre lebbre, con l’incertezza della nostra fede, con gli equivoci e le ambiguità della nostra vita. La fede è fidarsi di Lui, abbandonarsi ai suoi tempi e modalità. La fede è fatica della vita che cammina in noi, rendendoci responsabili in umanità. Fede è custodia del dono suo, l’Amore, lo Spirito di Dio. Fede è Grazia=gratitudine! 

FEDE E’ GESU,  davanti a me, in me, con me e con gli altri.

“Andate dai sacerdoti” perché confermino la guarigione. Stiamo attenti che “sacerdoti” non va inteso solo chi è prete, ma “ci rimanda alla Chiesa”, alla Comunità, per lodare insieme, ringraziare assieme la divina Presenza. Vera Chiesa è tale quando c’è la Comunità. 

Non vi viene un dubbio? Ma dov’è la Chiesa-Comunità, oggi, nelle parrocchie? Come si manifesta? Il sacerdote non è la Chiesa ma, con umiltà e semplicità francescana, ne è responsabile. E se la Comunità non si vede, se il sacerdote resta solo, se non coinvolge, se i battezzati restano al “fai da te”, tutti sono responsabili di una Chiesa oscura, invisibile. Quanto si soffre per queste situazioni.

Nella liturgia eucaristica troviamo indicazioni preziose e confortanti. 

“In alto i nostri cuori”. La fede illumina la vita cristiana invitandola a vedere più su, oltre….  “Sono rivolti al Signore”. La fede fa mantenere l’orientamento verso l’Alto, l’oltre, il divino, Altro.

“Rendiamo grazie al Signore nostro Dio… E’ cosa buona e giusta”. La fede diventa obbedienza a Dio, cioè ob-audire, ascoltarlo dentro, nella giustizia cioè l’Amore incarnato nel vissuto.

“E’ veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore Padre nostro…”

Ringraziare con fede Dio non è solo questione di galateo! Ringraziare appartiene alla giustizia: è un dovere. La pagina lucana dei dieci lebbrosi è significativa. 

Papa Francesco ad Assisi, a quelli che si rifanno al francescanesimo, fanno la marcia della pace, sono per l’ecologia, dice: “Non è questo Francesco! Francesco d’Assisi divenne simile a Gesù e per questo lo lodava e ringraziava. Laudati sii o mio Signore…”!          

Io simile a Gesù? Il mio IO si rende conto di quanto Dio gli dona?  Lui sta prima del mio esistere, previene la mia libertà, chiedendole una sola risposta, che sia piena d’amore! Gratitudine sempre!

Don Gianfranco Quadranti