25 ordinaria Amici della Parola Sap 2,12.17-20 : Sal 53 : Giac 3,16-4,3 : Mc 9,30-37 L’ultimo e il servo di tutti

Pubblicato giorno 16 settembre 2021 - Senza categoria

La prima lettura,  nel testo di Sapienza, denuncia  i comportamenti arroganti dell’empio, incapace di cogliere la dipendenza creaturale da Dio, è un incapace  di sentirsi figlio generato, attribuendosi tutti i meriti della sua riuscita e della sua esistenza. Proprio per questo si sente “padrone” assoluto del suo destino. Il giusto si percepisce come “figlio”, innestato in un radicale rapporto con Dio. 

Nel mondo attuale, la situazione di enorme confusione in cui tutti si trovano, non è segno di mancanza  di sapienza? Io come mi trovo in questa situazione? Mi sento creatura di Dio o mi ritengo indipendente, come se fossi un dio?

Nella seconda lettura di Giacomo,  la saggezza viene descritta con otto attributi, evidenziando allo stesso tempo la sua natura di dono divino e di impegno umano. È Gesù l’autentica espressione di questa sapienza; con la sua vita, nella sua persona e nelle sue scelte si rivela la prassi della vita nuova, frutto della presenza di Dio (Regno). Noi cristiani abbiamo messo al centro della vita la Persona di Gesù ?

Guardiamo Gesù! Guardiamo al suo stile tutto particolare di annunciare il Vangelo del Regno. Nella vita di Gesù non c’è nulla che faccia pensare all’uomo di potere: non le condizioni di vita privilegiate, non le insegne e i connotati di cui si attornia l’autorità dell’epoca. Il rapporto di Gesù con la gente non è una “toccata e fuga”: Gesù sta abitualmente con la gente, mangia e dorme assieme ai suoi apostoli, se prende dei momenti di solitudine sono per una relazione intensa col Padre suo. Gesù si ferma con i poveri e i malati di ogni genere, si lascia strattonare e toccare, condivide fino in fondo le giornate dei suoi.

Immagina l’effetto delle parole:  «Se uno vuol essere il primo, sia l’ultimo, il servo di tutti ». 

Gli apostoli avranno preso Gesù per pazzo? Avranno provato vergogna dei loro calcoli? In ogni caso, quella che li raggiungeva era una terribile doccia fredda. Duemila anni dopo quella doccia rimane ancora ghiacciata per chi bolle dalla voglia di primeggiare, di godere di situazioni di privilegio, di scalare il potere, di esercitare l’autorità secondo i parametri delle società umane.

In Slovacchia Papa Francesco, parlando della fede di Maria disse: “Riconosciamo tre caratteristiche della sua fede, il cammino, la profezia, la compassione….Per favore, restate in cammino, non fermatevi…quando la Chiesa (…intesa come Popolo di Dio, tutti i cristiani….)si ferma si ammala, quando i vescovi si fermano ammalano la Chiesa, quando i preti si fermano, ammalano il popolo di Dio….”  MA NOI CRISTIANI, NOI POPOLO DI BATTEZZATI, CAMMINIAMO O CI SIAMO SEDUTI? COME SIAMO TESTIMONI? COME SIAMO COMPASSIONEVOLI CONDIVIDENDO LA VITA DEGLI ALTRI?

Don Gianfranco Quadranti