Il fuoco dell’amore brucia le distanze

Pubblicato giorno 16 maggio 2020 - Senza categoria

Se mi amate, osserverete i miei comandamenti… Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui.

Carissimi, anche nella sesta domenica di Pasqua siamo nel Cenacolo all’ultima cena… Sempre all’ultimo discorso del Signore con i suoi discepoli… è per l’ultima volta che parla con i discepoli, ma è la prima volta (in tutto il Vangelo) che Gesù chiede amore per sé; per la prima volta domanda per sé il sentimento più dirompente del cuore umano: l’amore. Ed entra nella parte più intima, più profonda, la rivendica per sé e per il mondo che vuole cambiare con l’amore sincero che riceve da coloro che lo ameranno.

Anche se entra nel nostro sentimento più forte, lo fa però con estrema delicatezza: “Se mi amate…” Infatti, tutto poggia sulla prima parola: “se”. Un fondamento così umile, così libero, così fragile, così puro, così paziente e nello stesso tempo pieno di speranza. In questa povera parola sta il rispetto emozionante di Dio per noi: “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti”… Non esprime un ordine o un comando, ma una constatazione: se tu ami il Signore, prenderai come cosa tua, detta per te, scritta per te, la sua parola, il suo comandamento d’amore. E viceversa: se non ami Dio, i suoi comandamenti non gli rispetterai mai, perché non si accenderà mai il fuoco del tuo amore per lui e quindi mancherà il calore d’amore che spinge a vivere da credente; semplicemente perché non lo ami… e non rispetti i suoi comandamenti.

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Sempre nel Vangelo secondo Giovanni, nel capitolo precedente, prima della lavanda dei piedi, l’evangelista ci dice: “Gesù, sapendo che era venuta per lui l’ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine” (Gv 13,1). Cioè il Signore, prima di sacrificare per amore la sua vita per noi, prima di “amarci sino alla fine”, fino alla croce e anche dall’alto della croce, ci indica il peso del nostro amore per lui: “se mi amate, osserverete i miei comandamenti”.
Magari è una parola che non convince tutti… Come riconciliare l’amore con l’osservanza dei comandamenti?! Soprattutto all’uomo moderno (o postmoderno) piace tanto amare, ma senza regole, senza comandamenti…

Un detto medievale recita: “I giusti camminano, i sapienti corrono, gli innamorati volano”. Perché l’amore mette un’energia, una luce, un calore, una gioia in tutto ciò che facciamo, in tal modo che quando amiamo ci pare di volare. Volare a osservare i suoi comandamenti. Comandamenti che sono sempre espressione dell’amore e addirittura si riassumono nell’osservanza dell’amore: ama Dio e ama il prossimo.

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Carissimi amici, il Signore vuole il nostro amore. Solo se lo amiamo osserveremo i suoi comandamenti. Perciò si accenderà in noi il desiderio per lui e così il Padre ci amerà, con il Figlio verrà a noi, e prenderà dimora presso di noi! Quindi, non esiste amore per il Signore senza l’osservanza dei comandamenti! Allora, non conoscere, dimenticare o ignorare i comandamenti è implicitamente la prova di mancanza di amore per il Signore. È la verità che Cristo ci rivela oggi senza giri di parole: “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui”.

Questo manifestarsi del Signore a noi è essenziale. Perché non possiamo “amare a distanza”. Vediamo quanto male ci fa stare distanti da coloro che amiamo, da coloro che siamo chiamati ad amare. Magari sono passati mesi senza abbracciare i nostri cari. Come molto tempo è passato da quando abbiamo “abbracciato” il Signore, nella presenza reale dell’Eucaristia con la celebrazione della Santa Messa.

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Ma ricordiamoci che “Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!»” (Es 3,14). Quanto è significativo questo nome di Dio nel tempo che viviamo: Egli è colui che c’è! Colui che ama la vicinanza, colui che abbrevia instancabilmente le distanze e che si rende presente. Infatti, San Tommaso definisce l’amore come la passione di unirsi alla persona amata. Ecco, Dio è amore: cioè ha la passione di unirsi all’umanità; perché ci ama, è appassionato di dimorare presso di noi, di unire la nostra vita con la sua. Per questo ci promette nel vangelo di oggi “Non vi lascerò orfani: verrò da voi…”.

Quindi la sua passione per noi diventa presenza quando incontra la nostra passione per lui: “se mi amate… Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui”. È proprio quello che diceva Sant’Agostino nel commento ai Salmi: Dio desidera il nostro desiderio! Dio vuole che noi lo vogliamo, che noi lo desideriamo e che rendiamo visibile questa nostra sete per lui, il nostro amore per lui, attraverso l’osservanza dei suoi comandamenti; che in verità si traduce con l’accoglienza di Dio e del prossimo nel nostro cuore, nella nostra vita: fare abitare Dio e il prossimo nel nostro amore.

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Allora i comandamenti, non sono altro che degli aiuti essenziali per noi; il grande comandamento dell’amore per Dio e per il prossimo, come anche la partecipazione ai sacramenti, ci tengono alto il desiderio di Dio, ci fanno volere sempre di più colui che ci vuole con se, ci fanno vivere di presenza, perché il fuoco dell’amore brucia le distanze.

È questa carissimi la passione della fede cristiana! Perché è questa la Passione del nostro Padre che ci ha creati, del Figlio che ci ha salvati e dello Spirito di Amore che viene ad abitarci, per essere Dio con noi, per santificare la nostra vita e conformarla alla sua.

Siamo nella sesta domenica di Pasqua. Confortati dalla parola di Dio, siamo incamminati verso la Pentecoste, verso la celebrazione dello Spirito dell’Amore che c’è tra il Padre e il Figlio, e scende per abitare i cuori dei fedeli; i nostro cuori così bisognosi dell’amore di Dio.

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Allora, carissimi, apriamo la nostra vita all’intervento dello Spirito Santo. Mettiamo a sua disposizione il nostro cuore, la nostra mente, le nostre mani per compiere le opere di Dio con la nostra vita.

«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paralitico perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi».

Sia lodato Gesù Cristo!

don Giustino