5 Domenica quaresima amici della Parola Gv 12,20-33 Se il chicco di grano caduto in terra muore, produce molto frutto.

Pubblicato giorno 18 marzo 2021 - Senza categoria

Le parole di Gesù ci mettono oggi davanti ad un paradosso che sta al cuore dell’esistenza cristiana. La tentazione più grande e quella di “correggerlo”, di ridurne le asperità, per riuscire a sottometterlo alla logica di questo mondo, per sottrarsi a quello che esso comporta. Per quanto sembri sconcertante, per vincere la morte Gesù deve lasciarsi inghiottire da essa, al punto da sembrare uno sconfitto, un perdente. Proprio l’ora della croce, in cui viene denudato, inchiodato al patibolo, percorso dagli spasimi dell’agonia, e l’ora della gloria.

 

Un percorso che non corrisponde alle nostre immagini di Dio, alle rappresentazioni che ci siamo fatti di lui. Solo l’immagine del chicco di grano che deve marcire nel grembo della terra, per  portare un frutto abbondante, ci può essere in qualche modo di aiuto.

Il discepolo sa che la strada del Maestro e anche la sua. Anche lui deve “perdere” la propria vita, se vuole “trovare” la vita eterna. Anche lui e chiamato a spezzare la sua esistenza se desidera vederla trasfigurata dalla bontà di Dio. Ma un simile percorso e possibile o e al di la delle nostre forze?

Che cosa sostiene il cristiano quando si vede in balia della morte, quando avverte il pericolo e il rischio che aveva messo in conto, pur di restare fedele al suo Signore? 

 

Perché – non dobbiamo nascondercelo – quando si tratta di marcire e di morire sopravviene anche l’angoscia, lo smarrimento, la paura. Che ne è della mia vita? ci si domanda. 

Sara ingoiata senza scampo dal gorgo della violenza, della cattiveria, della brutalità? Scomparirà dalla faccia della terra senza che nessuno se ne accorga, senza lasciare traccia? Diventerà un simbolo di fallimento, di insuccesso? Nessuno può affrontare la croce e la morte se non e sorretto da una fiducia incrollabile in Dio, se non e disposto ad abbandonarsi a lui, certo di essere in buone mani.

Don Gianfranco Quadranti