
Con la samaritana possiamo scoprire il Cristo come «sorgente di acqua viva».
Con il cieco nato siamo invitati a riconoscerlo come «luce del mondo».
Dio ci vede sempre! I pregiudizi fanno sempre vedere negative le persone. Vizio molto diffuso! Quanti arroganti! Il racconto del vangelo conferma che molti sono i personaggi coinvolti: la folla, i farisei, i suoi genitori, i discepoli…Centrale l’uomo nato cieco! Lui solo è il protagonista, recupera prima la vista, poi la dignità umana, poi la fede nel Dio Luminoso, fonte viva della vita. Nel dialogo suo con i “benpensanti pieni di pregiudizi” descrive Gesù prima come un uomo, poi come un Profeta, poi lo proclama Figlio di Dio. La fede è sempre una progressiva illuminazione, passo dopo passo, ci mettiamo degli anni, tutta la vita, per riuscire a proclamare che Gesù è il Signore.
La tenebra
Chi crede di vedere, invece, cade nella tenebra più fitta. L’arroganza non ammette le ragioni degli altri, impone solo le proprie. Dio vede la nostra tenebra e desidera illuminare la nostra conoscenza, i nostri sensi. E pone una sola condizione: lasciarci mettere in dubbio, porci delle domande, indagare. Come il cieco che non sa, che si interroga, che argomenta. Quanti arroganti, anche fra i cattolici, anche dentro il clero, sempre armati, sulle difensive, santamente convinti di dover menare bastonate ai non credenti. Sono veri credenti quelli che dubitando si interrogano, onesti nella ricerca umile della Verità, consapevoli che non potranno mai possederla nella sua pienezza, proprio come il cieco. Aprire gli occhi riguarda anche la consapevolezza del limite personale: «Mi hai aperto gli occhi! Finalmente mi rendo conto…, grazie!».
Aprire gli occhi significa sperimentare una qualità diversa di sguardo, non più solo fisico-oculistico, ma interiore-cognitivo. Arrivare a vedere Gesù presente in me e negli altri, credere in Gesù, perché vivo con Lui una relazione di amore! Come all’uomo nato cieco, così anche a me, al termine dell’eucaristia domenicale, sentirmi dire: «Lo hai visto: è colui che parla con te».
Lasciamo che il Signore ci restituisca la luce, lasciamo che la sua Parola ci conduca alla verità tutta intera. Le domande, gli interrogativi, ci aiutino a scoprire in lui il Signore risorto, garante della nostra personale risurrezione alla vita divina, felicemente vedenti per sempre.
preghiamo
Solo tu, Signore Gesù, puoi donarmi la possibilità di vedere ogni cosa sotto la luce di Dio.
Sono anch’io cieco dentro e senza di te continuo a vagare senza cogliere chiaramente ciò che accade in me e attorno a me. Ma se tu mi risani, alla luce della fede io distinguo l’essenziale della vita, il senso e il traguardo della mia esistenza.
La tua luce è un dono prezioso, non ferisce, non umilia. Anche nelle notti più oscure non mi sento perso: tu orienti il mio cammino, ravvivi la speranza sul sentiero della risurrezione e della vita eterna nell’amore, ora e nei secoli dei secoli. Amen
Don Gianfranco Quadranti