4 avvento C – Amici della Parola Vangelo di Luca 1, 39-45 Un incontro tra due donne “speciali”

Pubblicato giorno 17 dicembre 2021 - Senza categoria

Difficile immaginare due donne più diverse di Elisabetta e Maria. La prima è una donna anziana, la seconda è giovane. La prima è moglie di un sacerdote del Tempio,  abita vicino a Gerusalemme («la montagna»), la seconda vive a Nazaret, in Galilea, sposa di un falegname. Che cosa unisce queste due creature, al di là della parentela? legame del sangue?

È un’esperienza unica, imprevista, impensabile prima:  sperimentano e stanno qualcosa di grande: Dio ha fatto grazia e il bambino che portano in grembo è un suo dono. Non semplici “testimoni” di qualcosa che è accaduto fuori di loro: Dio sta agendo dentro di loro. Maria, la vergine, concepisce Gesù per opera di Dio, senza intervento umano. Elisabetta, la sterile, è in stato di gravidanza avanzata: Giovanni il Battista ha già alcuni mesi. La vita di queste due donne è stata radicalmente cambiata dalla loro maternità. Il loro incontro trabocca quindi di gioia e di riconoscenza.

Quanto siamo riconoscenti noi nei confronti dell’agire di Dio, in noi?

Elisabetta è un “segno” importante per Maria: ha bisogno di una verifica. È stato

l’angelo stesso a dirglielo: «Elisabetta, tua parente, attende un figlio». E questa è la prova che «nulla è impossibile a Dio». Ecco perché Maria va «in fretta» a trovare la cugina: per vedere il segno, per trovare una conferma, per aggiungere un altro pezzo a quel progetto che le è stato rivelato, ma che resta ancora avvolto nell’oscurità. “Non conosco uomo!” quindi senza un rapporto sessuale come mai succede? E perché?

Elisabetta, fin dal primo saluto, proprio perché aperta dentro alla Divina Presenza, è definita «piena di Spirito Santo», partecipa al “segreto” di Maria. Dichiara ad alta voce ciò che sta accadendo in lei e riconosce in lei «la madre del mio Signore». Un incontro tra due donne speciali che non possono fare a meno di lodare Dio per quello che sta operando in loro. Vogliamo imparare da loro? Possiamo riconoscere l’agire di Dio nei fatti storici del nostro “oggi”? Ci abituiamo ad avere nelle mani il vangelo e il giornale?

Un incontro, segnale formidabile della storia di Dio con il popolo ebreo, discendente storico da Abramo, Isacco, Giacobbe, al quale Dio cambia il nome in Israele, l’eletto. dal quale “doveva nascere” il Cristo. Il Salvatore dell’Umanità dispersa, divisa, quanto mai persa oggi!  L’Israele dei poveri, di quelli che credono alle promesse di Dio, che esprime un inno di ringraziamento.

Come sarebbe bello che anche i nostri incontri, nella vita quotidiana, diventassero simili a questo! Come sarebbe bello se, invece di cedere al bisogno irrefrenabile della chiacchiera, parola leggera che si perde nel vento, noi avessimo l’audacia di riconoscere ognuno quello che Dio sta facendo nella nostra vita e ce lo comunicassimo per raddoppiare la nostra gioia e la nostra speranza!

Come sarebbe bello se, nel linguaggio semplice e piano di ogni giorno, noi dessimo voce alla gratitudine di un popolo, la Chiesa, che vede i segni di Dio nella sua storia!

Don Gianfranco Quadranti