30 ordinaria C – Amici della Parola Vangelo 18, 9-14

Pubblicato giorno 20 ottobre 2022 - Senza categoria

Continua in questa domenica l’insegnamento sulla preghiera. Essa è palestra dell’esistenza, luogo delle relazioni con Dio e con i fratelli in cui la vita del discepolo assume la forma dell’amore. Pregare sempre senza stancarsi! On quale modalità? Il vangelo presenta la radiografia di due cuori in preghiera, quello del fariseo e quello del pubblicano e diventa appello per il discepolo di ogni tempo. Come stiamo davanti a Dio e ai fratelli: come sazi e presuntuosi che disprezzano gli altri o come umili bisognosi della salvezza che viene soltanto da Dio?

Sulla nostra TV – LA 1, nel programma Focus, è stato messo in risalto la crisi religiosa del nostro tempo e anche la diminuzione dei “praticanti” nella Chiesa Cattolica. Provate a rivederlo. È ottima occasione di confronto personale e comunitario.

Pregare??? Avere fede???  Quanto facile, talvolta farisaicamente comodo, condannare.  

Ecco la testimonianza di Carlo Carretto un religioso italiano, della congregazione cattolica dei Piccoli Fratelli del Vangelo:  muore il 4 ottobre 1988  nel suo eremo di san Girolamo a Spello ,  giorno della festa di san Francesco d’Assisi

Nel suo libro Il Dio che viene al cap. X scrive:

«Quanto sei contestabile, Chiesa, eppure quanto ti amo! Quanto mi hai fatto soffrire, eppure quanto a te devo! Vorrei vederti distrutta, eppure ho bisogno della tua presenza. Mi hai dato tanti scandali, eppure mi hai fatto capire la santità! Nulla ho visto nel mondo di più oscurantista, più compromesso, più falso, e nulla ho toccato di più puro, di più generoso, di più bello. 

Quante volte ho avuto la voglia di sbatterti in faccia la porta della mia anima, e quante volte ho pregato di poter morire tra le tue braccia sicure. No, non posso liberarmi di te, perché sono te, pur non essendo completamente te. E poi, dove andrei? A costruirne un’altra? Ma non potrò costruirla se non con gli stessi difetti, perché sono i miei che porto dentro. E se la costruirò sarà la Mia Chiesa, non più quella di Cristo. 

L’altro ieri un amico ha scritto una lettera ad un giornale: “Lascio la Chiesa perché, con la sua compromissione con i ricchi non è più credibile”. Mi fa pena! 

O è un sentimentale che non ha esperienza e lo scuso; o è un orgoglioso che crede di essere migliore degli altri. Nessuno di noi è credibile finché è su questa terra. 

San Francesco urlava: “Tu mi credi santo, e non sai che posso ancora avere dei figli con una prostituta, se Cristo non mi sostiene”. La credibilità non è degli uomini, è solo di Dio e del Cristo. Degli uomini è la debolezza e semmai la buona volontà di fare qualcosa di buono con l’aiuto della grazia che sgorga dalle vene invisibili della Chiesa visibile. Forse la Chiesa di ieri era migliore di quella di oggi? Forse che la Chiesa di Gerusalemme era più credibile di quella di Roma?»

Umiltà! Quella di Papa Francesco e di S. Francesco. Siamo credibili noi cristiani solo se umili e coerenti nella fede gioiosa e aperta a tutti. Tutti da contaminare con l’umiltà di Cristo stesso che si è fatto povero per arricchirci della sua stessa vita divina. Per questo siamo destinati a risurrezione.

Don Gianfranco Quadranti