30 ordinaria B / Missio 2021- Amici della Parola La fede di Bartimeo

Pubblicato giorno 22 ottobre 2021 - Senza categoria

Umanità e Religioni insieme verso la Luce

Quella di Bartimeo, il cieco di Gerico, non è una richiesta qualsiasi, una domanda a mezza voce: Bartimeo grida. C’è chi vorrebbe farlo tacere perché forse ritiene un po’ eccessive le sue parole: chiama Gesù “Messia” e chiede il miracolo… Ma quest’uomo, che siede lungo strada a mendicare, non si dà per vinto, anzi. Continua a gridare ancora più forte, finché la sua voce raggiunge Gesù.

Gesù lo fa chiamare e lui non se lo fa ripetere due volte: non c’è impaccio che possa trattenerlo, quest’uomo che non ci vede balza letteralmente in piedi e si fa condurre da Gesù. L’incontro, però, non manca di stupire. Sì, perché Gesù gli chiede una cosa che sembra ovvia: «Che cosa vuoi che ti faccia?». E che cosa potrebbe desiderare un cieco che brancola nel buio di una notte che non finisce mai? «Che io riabbia la vista». È solo allora che Gesù fa il miracolo. L’incontro, tuttavia, non ha dato solo la vista ad un cieco, ma ha cambiato la vita ad uno che è diventato discepolo: «prese a seguirlo per la strada».

Un grido, un grido che si fa sempre più forte; un balzo verso Gesù quando lui chiama; una richiesta, un gesto di amore che è gesto di guarigione: ecco la storia di un cieco a cui viene donata la vista, ma non solo quella degli occhi. Viene da domandarsi: qual è la molla che mette in movimento tutta la scena? Cos’è che provoca quest’incontro che lascia un segno per sempre? La risposta ce la dà Gesù stesso: «La tua fede ti ha salvato!». Oggi, come duemila anni fa, Gesù passa. Tutto può restare come prima. La folla che lo accompagna rimane la folla di sempre, curiosa e chiacchierona, facile ad entusiasmarsi e a dimenticare. E i ciechi possono restare lì, al loro posto, come se nulla fosse avvenuto. Ma chi grida, prima o poi Gesù lo incontra.

«Chi cerca, trova», dice il proverbio. Ed è vero anche per le cose della fede. Perché non sono i dubbi ad uccidere la fede. Ogni credente deve convivere con le sue zone d’ombra, non riesce mai ad eliminarle del tutto. La vera morte della fede è la caduta dell’invocazione, della richiesta fiduciosa, è la scomparsa del desiderio di incontrare Gesù perché ci cambi la vita. Quando questo accade non c’è catechesi o liturgia che tenga: si resta muti e inchiodati al proprio “posto” di mendicanti lungo

la strada, senza neppure la speranza di vedere un giorno il sole. Si continua a stendere la mano come se la vita fosse una condanna alla miseria, definitiva. D’altronde quale fuoco può venir fuori da

ceneri ormai fredde? Mentre osserviamo con preoccupazione e con dispiacere una trasmissione della fede che in molte famiglie si inceppa al di là della soglia dell’infanzia, non possiamo fare a meno di invocare quel “fuoco” dello Spirito capace di accendere anche le ceneri più fredde, capace di trasformare l’acquiescenza ad una religione di facciata, in una fede che ha lo slancio e l’audacia di quella di Bartimeo.

(Roberto Laurita)