3 Domenica di quaresima Amici della Parola Gv 2,13-25: Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere

Pubblicato giorno 5 marzo 2021 - Senza categoria

IMG_7898La prima lettura richiama i comandamenti, la seconda il senso dell’obbedienza di Gesù al Padre, il vangelo ci offre un Gesù “violento” della violenza dolce dell’amore verso il vero tempio di Dio, il proprio corpo risorto. 

Personalmente, pur credendo alla rivelazione della volontà di Dio dentro i Comandamenti, sono convinto che sono regole precise toccanti tutti gli aspetti del convivere umano e, perché sia umano, vanno vissuti, da tutti, credenti o no, cristiani o no. Nei nostri doveri civici lavoriamo affinché il senso profondo dei comandamenti entrino nelle legislazioni.  Nella nostra cultura postmoderna, che vuole libertà da ogni vincolo, chiediamoci anche noi cristiani:  “C’è ancora bisogno dei comandamenti?”

In questa esperienza epidemica che ci costringe a rimettere in discussione tutto per non rischiare il covid19, tutti siamo costretti a confrontare la nostra libertà personale e comunitaria, a ridiscutersi, di fronte a norme legislative che limitano le libertà, per non lasciarci travolgere dal nulla. Fa male ma è un lavoro di pulizia “pasquale”.  Quanto è vero! Nel tempo che fu, nei giorni precedenti la Pasqua, ci si dava da fare a pulire tutto, perché il senso della festa era la risurrezione del Signore Gesù. Come dire “tutto, con la risurrezione, è nuovo, pulito, splendente di vita eterna”. Oggi, al di fuori della fede cristiana, quanto dobbiamo farne di pulizia! Non centra con la ritualità religiosa ma con quella umana. Abbiamo perso l’umanità, in nome della propria libertà egoistica. Ed ecco la necessità di delimitarsi per salvarsi.  Si è “buttato a mare” ogni religiosità e lo stesso senso e significato di Dio. Gesù, in questa domenica quaresimale, richiama invece la necessità di determinate regole per convivere umanamente la vita, tutti insieme. Gesù non ha abolito i comandamenti. Egli ha detto chiaramente che chi li osserverà e li farà osservare sarà considerato «grande nel Regno dei cieli». Per questa ragione i dieci comandamenti non sono da gettare nell’immondizia. Purtroppo soffrono di una sorta di handicap cronico. Imparati a memoria da bambini, in una traduzione infantile, essi non hanno mai beneficiato di una “ricomprensione” e “riabilitazione” in età adulta. Allora, da cristiani che si rimettono in discussione, confrontandosi con la Parola divina, proviamo a ripensarli in chiave odierna? Vogliamo ripensarli in confronto con lo stile con  cui viviamo la vita oggi, da adulti? Solo due esempi.

« Ricordati del giorno di sabato» è diventato: «andare a messa la domenica», senza alcun nesso con il posto assegnato al lavoro nella propria esistenza, ai ritmi che strangolano la vita familiare e sociale.

« Onora tuo padre e tua madre» corrisponde ad un generico: «Obbedisci al papà e alla mamma» che diventa perfettamente inutile quando si è diventati adulti, senza cogliere la perenne consistenza di un dovere di solidarietà nei confronti di coloro che ci hanno trasmesso la vita.

Vogliamo provare a essere pensatori adulti responsabili riguardo ai comandamenti? Confrontiamoci con il sacro: i luoghi del Sacro, i rituali sacri, le preghiere e le tradizioni popolari. Che senso hanno oggi? La fede la viviamo nel senso di voler mettere le mani su Dio, perché faccia quanto vogliamo noi? Gesù prenderebbe la frusta anche con noi! Non sarebbe meglio invece lasciarci fare da Dio? Aprirgli il cuore, la mente, la vita? Anche se dovessimo buttar fuori casa le nostre cianfrusaglie, non sarebbe meglio? Mettere dentro casa nostra, dentro la vita interiore, mettere la sapienza di Dio? L’amore di Dio? La condivisione e la misericordia di Dio? Non sarebbe una bella pulizia pasquale? Anche qui la tradizione di confessarsi e comunicarsi almeno per Pasqua? Pare che Dio si accontenta di poco, ci hanno fatto credere! No, Dio vuole la mente e il cuore nostro! Sottolinea “con tutto il tuo cuore e la tua mente!” Perché? Non sono le chiese edificio che contano, pur necessarie come luogo d’incontro della Comunità riunita. Non sono i ritualismi in sé, pur necessari per esprimere comunitariamente la fede! Vuole la vita nostra, perché noi siamo la Chiesa spirituale, l’edificio santo in cui Dio abita tutto in tutti.

Quanta pulizia da fare, mamma mia!!!!

Don Gianfranco Quadranti