25 ordinaria C – Amici della Parola Vangelo di Luca 16, 1-13

Pubblicato giorno 16 settembre 2022 - Senza categoria

Il vangelo di oggi porta la parabola dell’amministratore infedele. Deve restare lì nel testo come raccontino o non è meglio applicarla a chi amministra in malo modo i beni che Madre Natura, donataci dal Creatore, ci ha messo nelle mani? Chi + e chi – ci siam dentro tutti! Ci sei dentro tu? Le letture ci pongono di fronte a una scelta: in chi o in che cosa mettiamo la nostra fiducia? In Dio o nelle ricchezze? L’alternativa è chiara: ci affidiamo più volentieri ai nostri tornaconti, al nostro utile (prima lettura), oppure al Dio affidabile che vuole che tutti gli uomini siano salvati (seconda lettura)? Dove sta il tesoro del nostro cuore?
Viaggio apostolico di Papa Francesco in Kazakhstan                                                                                        Cari fratelli e sorelle! Abbiamo camminato insieme. Grazie per esser venuti da diverse parti del mondo, portando qui la ricchezza dei vostri credo e delle vostre culture. Grazie per aver vissuto intensamente questi giorni di condivisione, lavoro e impegno nel segno del dialogo, ancora più preziosi in un periodo tanto difficile, su cui grava, oltre alla pandemia, l’insensata follia della guerra. Ci sono troppi odi e divisioni, troppa mancanza di dialogo e comprensione dell’altro: questo, nel mondo globalizzato, è ancora più pericoloso e scandaloso. Non possiamo andare avanti collegati e separati, connessi e lacerati da troppe disuguaglianze…. Fratelli, sorelle, pensando a questo cammino comune, mi domando: qual è il nostro punto di convergenza? Giovanni Paolo II – che ventun anni fa in questo stesso mese visitò il Kazakhstan – aveva affermato che «tutte le vie della Chiesa conducono all’uomo» e che l’uomo è «la via della Chiesa» (Lett. enc. Redemptor hominis, 14). Vorrei dire oggi che l’uomo è anche la via di tutte le religioni. Sì, l’essere umano concreto, indebolito dalla pandemia, prostrato dalla guerra, ferito dall’indifferenza! L’uomo, creatura fragile e meravigliosa, che «senza il Creatore svanisce» (Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. Gaudium et spes, 36) e senza gli altri non sussiste! Si guardi al bene dell’essere umano più che agli obiettivi strategici ed economici, agli interessi nazionali, energetici e militari, prima di prendere decisioni importanti. Per compiere scelte che siano davvero grandi si guardi ai bambini, ai giovani e al loro futuro, agli anziani e alla loro saggezza, alla gente comune e ai suoi bisogni reali. E noi leviamo la voce per gridare che la persona umana non si riduce a ciò che produce e guadagna; che va accolta e mai scartata; che la famiglia, in lingua kazaka “nido dell’anima e dell’amore”, è l’alveo naturale e insostituibile da proteggere e promuovere perché crescano e maturino gli uomini e le donne di domani. Per tutti gli esseri umani le grandi sapienze e religioni sono chiamate a testimoniare l’esistenza di un patrimonio spirituale e morale comune, che si fonda su due cardini: la trascendenza e la fratellanza. La trascendenza, l’Oltre, l’adorazione. È bello che ogni giorno milioni e milioni di uomini e di donne, di varie età, culture e condizioni sociali, si riuniscono in preghiera in innumerevoli luoghi di culto. È la forza nascosta che fa andare avanti il mondo. E poi la fratellanza, l’altro, la prossimità: perché non può professare vera adesione al Creatore chi non ama le sue creature. Questo è l’animo che pervade la Dichiarazione del nostro Congresso di cui, in conclusione, vorrei sottolineare tre parole. La prima è la sintesi di tutto, l’espressione di un grido accorato, il sogno e la meta del nostro cammino: la pace! Vi preghiamo, in nome di Dio e per il bene dell’umanità: impegnatevi per la pace, non per gli armamenti! Solo servendo la pace il vostro nome rimarrà grande nella storia. E dunque essa va ricercata coinvolgendo maggiormente – seconda parola – la donna. Perché la donna dà cura e vita al mondo: è via verso la pace. Abbiamo perciò sostenuto la necessità di proteggerne la dignità, e di migliorarne lo status sociale in quanto membro di pari diritto della famiglia e della società (cfr n. 23). Alle donne vanno anche affidati ruoli e responsabilità maggiori.  Infine, la terza parola: i giovani. Sono loro i messaggeri di pace e di unità di oggi e di domani. Così pure religiosità rigide e soffocanti non appartengono al futuro, ma al passato. Diamo in mano ai giovani opportunità di istruzione, non armi di distruzione! E ascoltiamoli, senza paura di lasciarci interrogare da loro. Soprattutto, costruiamo un mondo pensando a loro!

Don Gianfranco Quadranti