24 ordinaria B – Amici della Parola Anche noi come Pietro?

Pubblicato giorno 13 settembre 2021 - Senza categoria

Domenica scorsa Gesù ci ha proposto di aprirsi- Effatà – Ascolta e servi amando. Vivere così è tramandare l’unica vera Tradizione.  La Parola di questa domenica dice chi è l’unico vero servo di Dio.  È Gesù Cristo! 

Ma il servo sono anche io, sei anche tu, perché siamo di Cristo. Si fa facilmente della poesia sul servizio, ma il servizio, quando è tale è tutto “fatica e dolore” come l’ha vissuto lui, il Crocifisso. Per il servo del Signore il primo servizio è l’ascolto di quanto Dio chiede e l’obbedienza a quanto comanda. Il servo di Dio si rivela tale quando resiste, quando sta come una quercia, radicato nella fedeltà, perché è convinto che la fedeltà di Dio è ancora più incrollabile della sua.  La domanda di Gesù è profonda e va al cuore: volete parlare di me o volete vivere per me, con me, ed in me? 

Nel vangelo di Marco al capitolo 1, versetto 1 risuona un monito: «Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio».   Al capitolo 8 si esprime la confessione di Pietro, ma il clou sarà al capitolo 15, quando un pagano, ai piedi della croce, vedendolo morire innocente per amore all’uomo, dichiarerà: «Veramente quest’uomo era Figlio di Dio!».

Ecco la risposta: Dio si è fatto servo dell’uomo fino alla croce, il massimo del dolore. Dio e la croce sono diventati un tutt’uno: chiunque voglia diventare discepolo non ha altra strada da percorrere: prendere o lasciare. 

A ciascuno di noi, oggi, si pone il dilemma: ricercare la gratificazione o abbracciare la donazione? Soddisfare i desideri con i piaceri o espropriarsi trovando la massima libertà nell’amare, fino al dono di sé? 

Se riduciamo la fede cristiana al chiuso di un orizzonte umano, per quanto nobile, siamo in errore: Cristo è venuto a portare la salvezza eterna, la speranza soprannaturale, anche per tutto il creato, non una dottrina fra le tante.  È un momento in cui la scelta di seguire Gesù va ricompresa e confermata. Significa lasciarci sollecitare dalla domanda di Gesù: «Ma voi, chi dite che io sia?», per aggiornare sempre la nostra risposta, sia quella personale che quella che deriva da un cammino comunitario. 

Se il vocabolo “parrocchia” significa “stare vicini”. Vivere in comunione di cammino di fede, speranza e carità, nella realtà odierna, qui, dove e con chi vivo. Come stiamo vicini? Se viviamo da cristiani individualisti, come lo è la società di questi ultimi decenni, assomigliamo agli apostoli che fuggono davanti alla croce!  Sono cristiano, lo confermo, però non disturbatemi più di quel tanto! Come vivo il mio rapporto dentro la parrocchia o il gruppo ecclesiale che scelgo?

Gesù è provocante! Dobbiamo rimetterci in discussione sempre, per verificare la purezza della nostra fede e la coerenza della nostra vita.

Il giudizio di Cristo sulla autenticità della mia fede senza le opere concrete dell’Amore, verso Dio e il Prossimo, è scritto nel Vangelo:  “Ipocriti!”. 

Don Gianfranco Quadranti